Novembre 9, 2009
Per molti anni quanto rimaneva della vecchia immagine della Madonna d’Erbia rimase invisibile, ma nel 1880, la nuova immagine, divenuta precaria a causa dell’umidità, fu staccata e consolidata da Giuliano Volpi di Lovere e collocata in un luogo vicino, lasciando di nuovo in luce i lacerti del vecchio dipinto.
E’ a questo punto che alla vecchia immagine vengono inflitte ulteriori mutilazioni.
“L’antica Immagine – scrive Donadoni - che era stata guastata e quasi demolita dal ferro del proprietario, per ispirito di avarizia, nell’anno 1550 ….. doveva ricevere anche un secondo sfregio nell’anno di grazia 1880, questa seconda volta però ispirato di malintesa pietà. Ecco come avvenne il deplorevole fatto. Affrancata ed incorniciata la nuova Immagine …. venne deposta nel luogo primitivo a un metro però di distanza dal muro dal quale era stata distaccata, affinché potesse mediante ventilazione nell’estate vicina ben asciugarsi e consolidarsi. Dietro di essa restavano ancora attaccati al vecchio muro, coperti però da un velo, gli avanzi dell’antica Immagine frantumata, con qualche resto di petto e di faccia della Beata Vergine nella quale ancora ben si distingueva un occhio, il più espressivo, un occhio di paradiso. Tanto poi la vecchia che la nuova Immagine ristaurata erano chiuse entro il cancello di ferro e gelosamente custodite. In occasione della seconda festa di Pentecoste dell’anno istesso 1880, fra i numerosi concorrenti al Santuario d’Erbia, fuvvì una compagnia di devote donne che sapendo il fatto della scoperta dell’antica Immagine, che allora correva sulla bocca di tutti, venne presa dalla curiosità di vederla. Ciò che avrebbero potuto ottenere in modo lecito ed onesto dietro domanda al Romito presente, conseguire vollero in modo illecito ed arbitrario. Colta la favorevole occasione che il suddetto Romito o Custode aveva dimenticata la chiave nella toppa del cancello, e che egli stesso era stato chiamato nella sagristia a distribuire immagini e panni benedetti, penetrarono pian piano nel cancello, scoprirono la vecchia immagine e non contenti di averne contemplati gl’informi avanzi, diedero mano a un coltello e colla punta di esso cavarono e levarono alla mal capitata Immagine l’occhio che Le era rimasto incolume dal primitivo vandalismo e che, come si disse, conservava ancora si bene l’impronta della dolcezza e amabilità della Madonna, e per di più asportarono anche una piccola porzione del petto……. Siccome però con questo secondo atto di devoto vandalismo si erano in parte distrutti i caratteri di rassomiglianza della vecchia con la nuova Immagine, e perciò si infermavano alquanto le prove così luminose dell’antica tradizione, si trovò necessario di formulare atto di deposizione nell’Ufficio Comunale di Casnigo, che cerziorasse ai posteri il non lodevole fatto”.
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