Silvano Danesi

Novembre 17, 2009

Mario Bertulli

Archiviato in: Uncategorized — Vate @ 11:20 pm

L’amico Mario è andato oltre la Nona onda. In sua memoria ho scritto sul Giornale di Brescia un breve profilo che ripropongo, per ricordarne la figura.  

 bertulli-browser.jpg      Mario Bertulli, mastro calzolaio e maestro della storia, entusiasta della vita, nel senso letterale di en- theós, ossia di chi sa trasporre lo stupore dello spirito in ciò che fa, è stato stroncato nella sua vita terrena da un infarto. Poche ore prima stava progettando con le figlie una sua nuova impresa intellettuale: dare alle stampe, in anastatica, una rarissima copia di un testo del ‘600, al contempo alchemico e di storia della calzatura, di B.Balduini,  Calceus antiquus et misticus. Lo voleva fare con la collaborazione della più grande medievista italiana vivente, Chiara Frugoni, con la quale aveva stretto rapporti di stima, così come li aveva stretti con il Maestro della storia, Jaques Le Goff, in una strana alchimia tra il sapere e il saper fare, della quale Mario Bertulli era artifex e pontifex. In questo suo essere ponte tra l’arte delle mani e la ricerca intellettuale, Mario Bertulli si era esercitato su più fronti. Sua era stata l’idea, generosamente tradotta in fatti, a spese proprie, dell’edizione anastatica de “L’arte del calzolaio” del bresciano Domenico Corazzina, edita per la prima volta nel 1882 dalla Tipografia sociale operaia. Sua l’idea di trasformare la sua ricerca dell’evoluzione della calzatura, in rapporto all’evoluzione della storia del costume, in riproduzioni fedeli delle calzature di ogni epoca. Sua l’idea, tradotta in realtà a spese proprie, di una mostra della calzatura, che avrebbe voluto trasformare in un museo, nella quale comparivano, tra le altre, le pregiate opere di Rogier Parteman, maestro calzolaio belga. Sua l’idea, che fa bella mostra di sé nel suo laboratorio museo, di raccogliere gli strumenti dell’arte. Sua anche l’idea, tradotta in pratica senza badare esclusivamente al guadagno, di coniugare alla calzatura la salute, studiando conce e forme rispettose. Sua la ricerca costante del bello, in carte preziose, in volumi d’arte, nell’arte tout court, con il contributo di una fantasia vulcanica, che si nutriva di letture, di incontri, di amicizie. Quando nell’ottobre del 2006 l’Associazione Artigiani gli conferì il premio Lino Poisa, ebbe la soddisfazione di essere riconosciuto in patria, anche se le sue amicizie e il riconoscimento della sua personalità complessa avevano da tempo valicato i confini nazionali.  Figlio d’arte (il padre Domenico era calzolaio e gli ha trasferito il sapere), Mario Bertulli era un uomo che aveva saputo coniugare la ricerca spirituale, estetica, tecnologica al piacere della vita. Amava e conosceva gli ottimi vini del mondo, le fragranze dei cibi e la lieta compagnia. Sapeva conversare amabilmente, con l’umiltà di chi davvero sa, intrattenendosi convivialmente come un vero signore d’altri tempi. Artigiano, intellettuale, generoso, non ha mai puntato al denaro fine a se stesso, ma ha guardato alla vita con l’incanto della scoperta e con il disincanto di chi sa che il transito nel mondo ha una fine. Ora, dall’altra parte del guado, progetta nuove avventure.     

Nessun commento

Non c’è ancora nessun commento.

RSS feed dei commenti a questo articolo.

Spiacente, al momento l’inserimento di commenti non è consentito.

Funziona con WordPress