Relativamente al toponimo Asinina, che riguarda una valle nei pressi di Casnigo, volendo esplorare le più varie possibilità etimologiche, possiamo riferirci, anzitutto all’etrusco, essendo il luogo considerato vicino al fiume Romna, vocabolo di evidente derivazione etrusca. Asinina potrebbe, in questo caso, derivare da Rasna, nome proprio degli etruschi. Caduta la r rimane asna, poi divenuta diminutivamente asnina. Una seconda possibilità potrebbe avere come riferimento il basco, con Atzenean (Atze), da cui potrebbe derivare, per trasformazioni successive, asenean asinin asinina. Atzenean significa dietro, parte posteriore, l’ultimo, quello che sta alla fine. In effetto la Valle Asinina è l’ultima valle del territorio di Casnigo. Sempre in basco Oinzain significa “la guardia che sta ai piedi della montagna” (Roberto Gremmo, Sorprendenti tracce del basco in Piemonte). Tuttavia, la soluzione potrebbe stare altrove, ovvero nel mondo celtico. In gaelico os significa cervo e Oisein o Oisin, famoso protagonista di una saga relativa alle Fianna, le truppe scelte celtiche, era il figlio di Finn (capo delle Fianna) e di una donna trasformata da una fata in cerva. Oisein significa cerbiatto. Persa la cognizione del termine gaelico originario, la Valle dei Cerbiatti, ovvero degli oisein, è diventata la Valle Asinina. La Valle Asinina, pertanto, si presenta come la valle dei cervi e, per estensione, del Dio Cervo, al quale è connessa Artemide/Diana, essa stessa trasformantesi in cerva o in viaggio con un tiro di cervi. Il cervo era il re della foresta (come il leone in altre latitudini), il signore degli animali, il Kernunnos. La Valle Asinina e, più in generale, la parte a sud dell’attuale alveo della Romna, si presentano come la parte maschile dell’immensa area sacra che comprende a nord la parte femminile dedicata a Diana/Artemide o meglio la Signora del Gioco e degli animali, Dèa della fertilità del Neolitico e a sud la parte del Kernunnos, il Dio Cornuto, il Signore degli animali, simile all’indù Pasupati, e Dio del gioco. Scrive Adriano Gaspani (La civiltà dei Camuni, Keltia Editrice): “Tra tutti i luoghi sacri quelli che però sembrano essere stati di gran lunga i più importanti, sono quelli che gli archeologi hanno individuato sull’altopiano di Ossimo-Borno e in particolare il santuario di Asinino-Anvoia. L’area dell’altopiano di Ossimo-Borno è posta tra le valli Seriana, nel Bergamasco e Camonica, nel Bresciano”. Asinino e Asinina sono la stessa cosa: il santuario del Kernunnos. Il suffisso –igo è gallico e si presenta generalmente aggiunto, nella denominazione di un fondo, ad un nome relativo al fondatore o proprietario o possessore del luogo, dando vita ai così detti toponimi prediali. Se consideriamo, come abbiamo visto, che per i Celti il cervo era il Dio Cornuto, il re del bosco, il Signore degli animali, il Kernunnos e che il cervo era Os, Oisein, Oisin, da cui, come abbiamo visto, il tema asni, con l’aggiunta del suffisso igo, fa assumere a Casnigo il significato di Luogo del Cervo o, meglio, del Dio Cornuto.Oisin, o Oisein, figlio di Finn, era il compositore dei Fianna: un fanciullo prodigioso, figlio di Sadbh, trasformata con un incantesimo in una daina. Lady Augusta Gregory narra che i Fianna erano a caccia quando videro i loro cinque segugi in cerchio. “Nel mezzo del cerchio c’era un giovanetto dall’espressione altera, nudo e con i capelli lunghi. Egli non era in alcun modo spaventato dal latrare dei segugi e il suo sguardo non era rivolto a loro bensì agli uomini che stavano sopraggiungendo. E non appena il clamore si affievolì, Bran e Sceolan si avvicinarono uggiolando al giovanetto per leccarlo con una devozione tale che chiunque avrebbe pensato che si fossero dimenticati del loro padrone. Allora Finn e i suoi uomini gli si avvicinarono e appresero molte cose di lui ponendo le loro mani sul suo capo. Dopodiché essi lo condussero alla capanna di caccia ed egli mangiò e bevve in loro compagnia e, persa la sua selvatichezza, si comportò subito come se fosse uno dei Fianna. In quanto a Bran e Sceolan, essi non si stancavano di giocherellare intorno a lui. Ma un pensiero assalì Finn. Egli pensò che su quel volto ci fosse una qualche somiglianza con Sadbh e che il fanciullo potesse essere il figlio di lei. Fu per questo motivo che egli lo volle sempre al suo fianco. E poco per volta, appena ebbe appreso la loro lingua, il ragazzo raccontò tutto qual che ricordava. Egli disse di essere vissuto con un daino che amava moltissimo e questi, a sua volta, aveva cura di lui e gli offriva rifugio. Essi vivevano in una regione immensa, ricca di colline, vallate, ruscelli e boschi, ma chiusa e circondata su tutti i lati da alte rupi tanto che non era possibile fuggire da essa. Ed egli mangiava frutta e radici al tempo d’estate e in inverno aveva una riserva di cibo al riparo di una caverna. E c’era un uomo dall’aspetto tenebroso che era solito venire in quella regione e, a volte, parlava dolcemente e teneramente al daino. Ma altre volte la sua voce era alta e irosa e, di qualunque cosa egli parlasse, il daino si allontanava da lui mostrando di essere talmente impaurito che quell’uomo se ne andava terribilmente infuriato. E l’ultima volta in cui il giovanetto vide il daino, che era sua madre, l’uomo tenebroso le stava parlando da lungo tempo passando dalle dolcezze all’ira. Alla fine egli la toccò con una verga di avellano ed ella, a quel gesto, fu costretta, tra le lacrime, a seguirlo voltandosi, ad ogni passo, per guardare verso il suo bimbo. Chiunque avrebbe provato pena per lei. Il piccolo tentò con le sue forze di seguirla e fece davvero tutto il possibile. Pianse di dolore e di rabbia, ma non aveva la forza di muoversi e quando non fu più in grado di udire sua madre, crollò nell’erba e perse i sensi. Quando si ridestò, si trovò sul fianco della collina, proprio nel prato in cui lo avevano trovato i segugi. A lungo cercò il luogo in cui era stato allevato, ma non riuscì a trovarlo. Il nome che gli diedero Finn e i Fianna fu Oisin ed è lui che divenne il loro compositore di poesie e, in seguito, uno dei loro più valorosi guerrieri”.[i] Segue
[i] Lady Augusta Gregory, Dei e guerrieri, I Fianna, Edizioni studio tesi - Pordenone